Ce.Sta. Bollettario Network 
Bollettario.it - versione telematica del quadrimestrale di scrittura e critica diretto da Edoardo Sanguineti e Nadia Cavalera
  Ricerca Avanzata
  Aggiornamenti
  Primo piano
home / ce.sta. / lettera aperta: gnisci

CE.STA. - CENTRO STAMPA


Lettera aperta ai colleghi docenti e studenti delle università italiane

Armando Gnisci

lettera aperta - 10 XII 2002


I governi italiani del dopo guerra sono stati i peggiori del mondo ''democratico''. Quello attuale è il peggiore dei governi italiani fino ad ora. Sappiamo tutti perché. Aggiungerò soltanto che il suo primo ministro, che dà al governo tutto il suo senso e ritratto, è degno della rappresentazione letteraria che ne offrono gli scrittori (stranieri), come Javier Marías nel suo ultimo romanzo appena uscito in Spagna e gli psichiatri, come il prof. Mancia intervenuto poche sere fa ad una trasmissione televisiva di Gad Lerner. La rappresentazione di un pericolosissimo cialtrone, di un mentitore metafisico e totale.
In queste mani è stata consegnata la società e la civiltà italiane. Queste mani e la loro testa disprezzano tutto ciò che non è affarismo e mercimonio. Per questo motivo, la scuola pubblica e l’università sono considerate come attività “stataliste” da deprimere, anzi, da mortificare. L’attuale governo si è trovato a dover amministrare la prima applicazione di una legge di riforma universitaria pensata e emanata da quello precedente; una legge pasticciata e in alcuni tratti demenziale. All’attuale ministro questa legge non piace e forse non piace fare il ministro della scuola e dell’università. Così l’istruzione, la ricerca e il sapere critico sono piombati nel fondo della loro decadenza in Italia.
Non ci sono i soldi per pagare gli stipendi ai docenti, per assumere bidelli, per dare spazio e sicurezza ai giovani ricercatori, per tenere in piedi gli ultimi centri di eccellenza scientifica nel nostro paese, per pulire i bagni, per…Sembra di stare nelle università africane o sudamericane, con la differenza che quelle credetemi sono più pulite e dignitose delle nostre, pur nella loro povertà. A quando la vendita all’asta dei Lincei, a quando la gestione dei templi greci siciliani affidata alla mafia?
Colleghi rettori, docenti e studenti, se siamo arrivati a questo punto è anche perché voi vi siete interessati fino ad ora di concorsi e piccoli affari e di trasformare le facoltà in imitazioni di centri sociali, ma più sporche. Non pensate, colleghi, che sia ora di ribellarsi al malgoverno e alla nostra stessa decadenza?


    correlati:

:back_  :top_
ultimo aggiornamento: martedì 9 dicembre 2003 11.02.01
powered by: Web-o-Lab
Bollettario.it