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versione telematica di ''Bollettario'' quadrimestrale di scrittura e critica. Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
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NO ALLA GUERRA - SEMPRE E COMUNQUE

Davide Argnani

L'uccello di fuoco

Afghanistan 7 ottobre 2001


Il grande uccello si è tuffato
dalla volta rotonda del cielo

in basso ha sollevato nuvole e fragori
in un grande dispiego di ali
sulla cima dell'infinito
ha ingoiato tutto l'odio rapace
ed ora i conti tornano

uno meno uno sotto zero
e il grande fuoco ha divelto
la luna crescente di settembre a New York.

Nello specchio irritato dei
Caino colpisce e rivive nella zavorra del mondo.

Si fa luce nel brulichio delle nebbie
la vendetta dei morti di fame
nella merda dell'usura dei popoli.


Davide Argnani

Caino alle due torri

Afghanistan 7 ottobre 2001


Ora è tutto qui più chiaro
dopo il grande uccello di fuoco
la morte in un battito di fumo
le lingue in girandole di fiamme
e di tramonti colorati.

Non ho dolore né risentimento
neppure riesco più a piangere
se il tramonto è largo come un tifone

né provo altro disagio
se i poeti si commuovono per niente

il cervello è incenerito
davanti alla potenza dello schifo
null'altro si può fare o dire né pensare
dopo la polvere di Caino nelle fogne di Auschwitz
con la benedizione degli Dei!


Perché chiedermi ancora cosa penso della guerra? Ogni volta bisogna dire basta! Sono nat con la guerra: Vor und Zuname: soldato Argnani Alvaro - Gefangennummer 100395 - Lager - bezeichnung: 619 siehe Ruckselte BONN a. RHEIN, Deutschland (Allemagne). Schegge impazzite! Per decenni sono stato impegnato nel "sociale" in un sindacato "bianco" confederale unitario. Anchw allora, in giro per il mondo, erano in atto più di duecento guerre. A un Simposio nazionale proposi: "perché non ci battiamo per impedire la produzione di armi?". L'Assemblea restò zitta, ammutolita. Il mio segretario responsabile, in disparte, mi concesse il suo rimbrotto: "Ma che cazzo vai dicendo: se le fabbriche smettono di costruire armi pensa un po' quanti disoccupati in più ci troviamo tra i piedi e quante famiglie a fare la fame?. Sì, è sempre una questione di sentimentalismo: sia la vita, sia la guerra| Scrivendo di queste cose un poeta impegnato, e ormai famoso, al quale avevo inviato i miei libri, al telefono (ah il telefono!) mi disse: "sono belle le tue poesie ma parli troppo della storia di tuo padre. I poeti non parlano mai di se stessi". Ma che cazzo ne so io dei poeti: io so della vita e degli uomini che mi stanno intorno, belli, o brutti, ingenui e ruffiani! La vita è bella anche per questo, soprattutto per chi ha la pancia sempre piena.

settembre - ottobre 2001
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ultimo aggiornamento: venerdì 23 novembre 2001 16.50.38
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