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versione telematica di ''Bollettario'' quadrimestrale di scrittura e critica. Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
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FESTIVALFILOSOFIA 2003 sulla vita


La vita è melodia personale su sfondo immaginario

Vite parallele - Remo Bodei

di Paola Colombini

Modena - Carpi - Sassuolo | 19 - 20 - 21 settembre 2003


In una splendida piazza Grande gremita di gente e di sole, Remo Bodei ha trattato il tema delle vite parallele, riprendendo qualche pensiero già espresso, in mattinata con i ragazzi delle scuole superiori. Ciascuno di noi vive nell'immaginazione molte altre vite per porre rimedio alla limitatezza della propria vita, condizionata in gran parte dal contesto in cui nasce. Nel tempo della nostra crescita, il cono delle possibilità si restringe ed amputiamo i rami di ciò che avremmo potuto essere e non siamo stati. Nascendo troviamo un mondo già fatto in cui dobbiamo imparare ad orientarci, a fare ciò ci aiuta l'intreccio delle nostre vite. Internet, la televisione, la letteratura, ci sviluppano lastre fotografiche che esistono come negativo dentro di noi e ci stanano dalla solitudine. Spezzoni di vita virtuale li viviamo già nel sogno (vita parallela a quella diurna) o nei sogni ad occhi aperti in cui trasformiamo ciò che è nero in rosa. Ci sono persone che grazie alle chat-line trasformano la propria vita in leggenda, reinventandosi come personaggi di un film o di una soap opera. In tutti questi casi l'immaginazione colma una vita sentita come insatura ma legata a qualche forma di nostalgia melanconica rispetto a ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. La letteratura è più potente di qualsiasi forma di immaginazione egoistica, i personaggi della letteratura resistono alle nostre pressioni di essere come loro. In passato eroi e modelli ideali di vita erano i santi o i filosofi che si chiedevano se fosse meglio una vita dedicata alla politica, al piacere o all'esercizio della mente.Indubbiamente c'è un piacere d'organo dato dalla mente (il conoscere) che ci dà il piacere maggiore e la vita filosofica era davvero, per gli antichi, una forma di saggezza per sapere ciò che realmente ci giova. Da quando con Cartesio la filosofia si è occupata della conoscenza, dovendo reggere la concorrenza con la matematica e la scienza, la vita si è distaccata dalla filosofia e caratteristica della filosofia moderna è diventata l'incoerenza, lo scollamento tra la vita ed il pensiero, anche se oggi si sta un po' ricomponendo. Che cosa rende diverso l'immaginario del passato da quello presente, si chiede Bodei, riconoscendo poi che alla contemporaneità non è necessario il saper leggere per fruire degli stimoli della tv e del cinema, grazie ai quali centinaia di persone e di trame passano nelle nostre vite. L'immaginazione non è più l'oppio dei popoli (come si diceva per la religione) ma promuove l'azione: pensiamo all'influenza delle immagini televisive e pubblicitarie che spingono all'emigrazione: nel tempo, la sovrapposizione tra fantasia e realtà è diventata qualcosa di diverso. Noi nella nostra società occidentale democratica, siamo abituati a pensare che è possibile diventare qualcuno dal nulla. Prima non era così: non si chiedeva al bambino che cosa vuoi fare da grande, era scontato che continuasse la storia familiare. Si desiderava poco per non rimanere delusi. Oggi tutti pensano che è possibile arrivare ma molti sono i chiamati e pochi gli eletti e diventa difficile gestire la frustrazione. Assistiamo oggi alla deterritorializzazione e siamo strappati dalla dimensione locale. Si parla di localizzazione come impossibilità di distinguere ciò che è globale da ciò che è locale.Tutti si sono accorti della caduta del muro di Berlino, ma quasi nessuno del crollo delle pareti del muro domestico. La tv invade lo spazio familiare, le dittature del xx secolo sarebbero state impensabili senza la radio. Questo entrare della politica e del mondo nelle case, ha trasformato la politica stessa in un'arte della seduzione più che in un'arte della spiegazione. Se le nostre aspirazioni non collimano con la realtà, come è possibile difenderci dalla frustrazione? Dobbiamo rinunciare alle nostre vite immaginarie? si chiede ancora Bodei. Noi abbiamo dentro più personalità latenti, ma sorge spontanea un ulteriore domanda: l'immaginazione fa male o è positiva? Fin da bambini cresciamo circondati dai tanti personaggi delle fiabe ed altre vite ci sono così familiari dalla più tenera età. È finita l'epoca dei totalitarismi, non è più possibile inquadrare gli uomini per compattarli in un unico gruppo. Il crollo del muro di Berlino e la crisi dell'URSS sono il segno del trionfo dell'individualità. C'è il rischio di un'inflazione di vite parallele? È possibile impazzire perchè "si leggono troppi romanzi? " Bodei conclude la sua riflessione ricordandoci che è sbagliato immunizzarsi troppo dalla realtà e che dobbiamo arricchire le nostre vite grazie alle vite altrui, ma mantenendo saldo il traliccio della nostra esistenza da pensare come un brano musicale in cui la mano destra suona la melodia della nostra personalità e quella sinistra accompagna con l'armonia della vita immaginativa.

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ultimo aggiornamento: domenica 19 ottobre 2003 13.57.39
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