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FESTIVALFILOSOFIA 2003 sulla vita


Anche il potere formalizzato è transitorio

Metropoli e soggettività politica nell'era globale - Saskia Sassen

di Paola Colombini

Modena - Carpi - Sassuolo | 19 - 20 - 21 settembre 2003


Saskia Sassen ha esposto la sua relazione in vece del marito Richard Sennet impedito da una lieve indisposizione. Nella chiesa Auditorium S. Carlo ha esordito con una simpatica battuta: "Sto diventando l'uomo che avrei sempre voluto sposare" sottolineando poi che l'attuale condizione di destabilizzazione dovuta al fenomeno della globalizzazione, permette l'emergere di nuovi soggetti politici.Le grandi città, spazi urbani complessi, rendono più visibili certe dinamiche. La cittadinanza come istituzione, riflette le condizioni del momento storico e possiamo dire che non è mai raggiunta, mai completa, nel senso che esiste sempre uno scarto con l'identità che il concetto vorrebbe rappresentare. Anche l'immigrato "illegale" è un portatore di elementi parziali di legalità, soggetto politico "invisibile" ma esistente che rivendica ed è portatore di diritti umani. Inizia così una nuova realtà caratterizzata da micro-storie transnazionali che possono diventare strategiche.
Negli ultimi 10 anni sono sorte tante nuove costituzioni che hanno inserito un nuovo importante elemento, dopo quello che sostiene che il popolo diventa il governo, introdotto dalla rivoluzione francese, emerge l'idea che il governo, se eletto democraticamente, non può pretendere di essere il rappresentante esclusivo del popolo: si introduce così la distanza tra il rappresentante ed il cittadino. Questo concetto permette una possibilità di critica, di transnazionalizzazione. Se guardiamo agli Stati Uniti, dagli anni '60 ci sono stati movimenti che hanno portato a riconoscere più diritti alle cosiddette "minoranze". Oggi inoltre c'è la possibilità di avere una doppia cittadinanza: ciò indica una caratteristica molto importante e cioè che è possibile dare la propria "fedeltà" a più identità politiche.Come interpretare questo? Saskia Sassen ribadisce che si può vedere in ciò l'inizio di una micro-storia che nel tempo può diventare strategica. Così come è stato per la classe borghese studiata da Max Weber. Gli stessi diritti umani, difesi da tanti gruppi e movimenti internazionali, diventano realtà operanti a partire da soggetti politici che spesso non esistono perché illegali (es. rifugiati politici, donne,…). Gli immigrati clandestini sono portatori di nuove questioni: se ad esempio un giudice riconosce il diritto di essere retribuito per un lavoro svolto pur essendo clandestino. Viene così depositata una parte di legalità su un soggetto che "non esiste". Se si vede nella città uno spazio produttivo, quale soggetto produce? Possiamo identificare due soggetti politici informali definiti dalla Sassen uno come amalgama di svantaggiati (stranieri, drogati, omosessuali,…) e l'altro come capitale globale (soggetto politico informale ma di grande potere perché in possesso della tecnologia). Il primo gruppo, pur non avendo potere, è ugualmente una grande forza emergente ed in entrambi i gruppi ci sono attori invisibili che possono diventare protagonisti di una nuova storia, di una lotta politica per il diritto di cittadinanza La Sassen conclude la sua relazione considerando che nessun grande potere formalizzato è durato per sempre e che spesso, situazioni di non potere non sono necessariamente situazioni non politiche.

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ultimo aggiornamento: domenica 19 ottobre 2003 13.57.39
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