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FESTIVAL FILOSOFIA sulla felicità

Paola Colombini

"La felicità? nel pluralismo"

Modena - Carpi - Sassuolo | 21 - 22 - 23 settembre 2001


Giovanni Fornero con l'intervento "L'idea di felicità nella storia della filosofia" ha aperto ieri, a Modena, il 1° festival di filosofia. Un'iniziativa assolutamente innovativa e che già al suo avvio ha visto la partecipazione, nell'aula magna del "Barozzi", di ben 1000 studenti, provenienti anche da altre città d'Italia.
Partendo da Rousseau, dalla celebre frase in cui sosteneva che "quando l'uomo ha del cibo, una femmina e buon sonno è appagato", Fornero ha dimostrato che la domanda se l'uomo possa essere felice davvero, dopo l'appagamento dei sensi, permane ancora. Ma, guardandoci intorno, la risposta negativa pare proprio scontata. E rimanda al perché l'uomo, pur essendo in una condizione di beatitudine, sia poi uscito dall'Eden e si ritrovi oggi in una situazione di inquietitudine che lo porta ad una viva immediatezza esistenziale.
Facendo ricorso alla Letteratura e all'esperienwza di Leopardi in particolare, Fornero ha illustrato che l'uomo non è solo bisogno, ma è anche e soprattutto desiderio, desiderio d'essere e di felicità. La felicità non è per l'uomo possesso, ma è ricerca. Già Omero sosteneva che "solo gli dei sono in tutto felici" e Platone che l'uomo ricerca proprio perché non possiede. Dunque, se l'uomo non ha la felicità come possesso ma come desiderio non può fare a meno di interrogarsi su di essa. Come lo stesso Seneca quando sosteneva che "l'uomo è tormentato dal desiderio di felicità".
Dov'è questa felicità? Interrogarsi su di essa, ha precisato il relatore, equivale ad intraprendere un cammino filosofico.
La filosofia, ha auspicato, deve essere qualcosa che ci coinvolge e ci riguarda: se non facciamo noi, saranno gli altri a farla.
Nicola Abbagnano, maestro fi Fornero, ha connesso strettamente la filosofia all'esistenza: "filosofare significa affrontare ad occhi aperti il proprio destino. Da qui l'importanza, secondo Fornero, di studiare la storia della filosofia per ascoltare con umiltà gli altri e confrontarsi con essi.
Scorrendo poi le varie posizioni dei filosofi sulla felicità (da Aristotele a Seneca, S.Agostino, Pascal, Kant), Fornero ha evidenziato la mancanza di un parere unanime tra di loro se non su un punto, che vede tutti d'accordo: la felicità come desiderio ultimo dell'uomo. Un uomo oggi più che mai assetato di felicità. Inevitabile il riferimento agli ultimi avvenimenti dell'11 settembre, in quanto hanno scosso molte certezze, già incrinate nel corso del secolo appena concluso e dimostrato che la felicità non può essere più in rapporto col progresso (idea questa nata nel '700 ed imperante nell''800).
Il marxismo ha rappresentato poi uno dei sogni più grandi dell'umanità: realizzare una società perfetta in terra. Una voce discorde nel panorama dell'ottimismo filosofico e di grande attualità è quella del filosofo danese Kierkegard: l'uomo vive nel possibile, nulla della sua vita è garantito. Tutto ciò che l'uomo può essere e può conquistare è soggetto alla minaccia del nulla. L'angoscia può sorgere anche nella vita felice.
Circa il quesito spontaneo sulla possibilità che la felicità venga perseguita come singoli, Fornero ha concluso l'incontro ribadendo il valore del pluralismo e delle differenze culturali necessarie per la ricerca di risposte per un'umanità sempre più smarrita ed orfana di certezze.

Modena, 22 settembre 2001

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ultimo aggiornamento: martedì 9 ottobre 2001 1.36.27
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