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Recensione


Voce e poesia di una generazione d’assenza

di Antonio Errico

da Foryou
n.14 – maggio ‘88


Nadia Cavalera (1950) ha pubblicato recentemente con “Tam Tam”, “Amsirutuf: enimma”, un libro di musica e parole, si potrebbe dire, nel quale le pagine si chiamano tavole e sono composte da un testo poetico situato in alto a sinistra e ribaltato nell'angolo in basso di destra, più un rigo musicale posto oltre la cornice che racchiude il testo verbale e il reticolo di segni e forme geometriche.
È facilmente deducibile che qui la sperimentazione non è tanto ricerca di un risultato - di contenuto e/o di forma - quanto di un metodo, di un sistema che consenta la rappresentazione della propria concezione del mondo. Ed il mondo è certamente 1'ordine perfetto della tavola squadrata ma è anche la ragnatela, la nebbia e l’onda, il coagulo segnico, il vertice come sogno e come utopia di tante altre tavole. Ề chiaro che per Nadia Cavalera il segno verbale non ha alcuna priorità anche se ha maggiori possibilità di significazione proprio in quanto soggetto ad un mutamento continuo di significato, sia in un senso di accumulo e di crescita che nel senso di impoverimento ma anche di deformazione. Ora, se, come si diceva, la scrittura è una maniera di rappresentare l’immagine che si ha del mondo, la scrittura rovesciata può originare almeno tre ipotesi di interpretazione: la prima è che si debba procedere ad una costruzione del segno del mondo attraverso un processo di lettura inverso, opposto a quello consueto (e quindi la lettura da destra a sinistra); un'altra ipotesi porterebbe a ribadire che, come diceva Calvino ne “I1 castello dei destini incrociati”, il mondo si legge all’incontrario. L'ultima e, credo, la più attraente consiste in un messaggio di rifiuto dell'ordine costituito; il rifiuto, però, determina una situazione di non significazione che può essere evitata soltanto attraverso un'accettazione della linearità e della codificazione comune.
Questo punto di vista potrebbe far pensare che si sia verificato un rovesciamento “inverso”, per così dire, e cioè in direzione di una adesione (inevitabile) al sistema della scrittura. .
Dal soggettivo all'oggettivo, quindi, per necessità di comunicare. Tutto questo avviene all’interno di un perimetro: l’intersecarsi e il sovrapporsi di linguaggi verbali e non verbali, la ricerca di una struttura formale. Ma probabilmente la possibilità di una comunicazione estesa e universale sta oltre il perimetro. Ecco, dunque, il rigo musicale, come linguaggio superiore, come momento espressivo tanto astratto da superare i limiti imposti da qualsiasi condizione estranea alla sostanza del linguaggio.




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ultimo aggiornamento: lunedì 20 settembre 2004 12.05.25
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