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Recensione


Scritta sulle pietre

di Antonio Maglio

da Quotidiano (Lecce-Brindisi-Taranto)
Giovedì 28 maggio 1987


Ci sono sostanzialmente due modi di scrivere di storia o di letteratura. C’è quello classico – penso alla «Storia della letteratura» di De Sanctis o alla «Storia del Regno di Napoli» di Croce – che indipendentemente dall’approccio scientifico dell’autore, ripercorre le tappe in senso cronologico; e c’è quello più attuale che presuppone un pretesto – che poi è il filo conduttore – per parlare di storia o di letteratura, o di ambedue. E’ il caso di Ripelino in «Praga magica» e di Magris in «Danubio»: il filo conduttore nel primo caso è l’Arcano che poi è lo scenario nel quale si muovono i vari personaggi, da Rodolfo II a Rabbi Low, da Hasek a Kafka agli esoterici abitatori della «Viuzza d’oro» e delle «puppenhausen»; nel secondo caso il filo è rappresentato dal lento fluire del Danubio sulle cui sponde è fiorita la civiltà mitteleuropea.
Per discorrere della storia di Brindisi, Nadia Cavalera ha scelto i palazzi, una quarantina tra i più significativi sul piano architettonico, che forniscono il pretesto per parlare, con il sistema dell’affresco storico, di questa città. E «I Palazzi di Brindisi» (Schena Editore) con una nota del sindaco Errico Oreste e con la presentazione di Marcello Strazzeri, docente dell’Università di lecce, si rivela, come si è proposto l’autrice, «uno strumento utile ad avvicinarsi alla storia della città, presupposto per indirizzarne le scelte future».
Ma al di là delle motivazioni oggettive che mi portano a segnare questo volume, ce n’è una di natura soggettiva, o se preferiamo «di bandiera». Soprattutto la terza parte (quella che va da pagina 147 in poi), relativa, più che ai palazzi, alle vicende della città, è la raccolta dei servizi che Nadia cavalera ha scitto per «Quotidiano» nell’ambito di una rubrica che al tempo fu molto seguita. Tuttavia il mio «spirito di bandiera» non è una cambiale in bianco perché non spenderei una parola se il materiale pubblicato prima sul giornale e poi nel libro non avesse uno spessore scientifico, garantito dalle fonti consultate e veicolato da una scrittura veloce e accattivante. Sta proprio nella scrittura l’altro motivo di interesse di questo libro, che rifugge dai paludati luoghi comuni, dai preziosismi linguistici e dai funambolismi letterari che spesso si incontrano in lavori del genere in provincia. Nadia Cavalera, laureata in filosofia, ha portato a compimento questo libro con il cipiglio dell’insegnante e della giornalista, avendo come unico obiettivo quello di farsi comprendere, facendo cioè opera di divulgazione senza scadere nella banalità lessicale.
Ultima notazione, che è significativa per comprendere lo spirito del libro. Man mano che Nadia Cavalera consegnava a «Quotidiano» i suoi «medaglioni» di storia brindisina, il suo entusiasmo scemava, mentre saliva la sua ostinazione. Non è un paradosso: l’entusiasmo vacillava di fronte al disaffetto generalizzato della città verso questi monumenti; l’ostinazione, che trasformava in grinta, invece, saliva perché Nadia Cavalera era convinta che un’opera di recupero in questa direzione può essere tentata solo dal giornale cittadino.
Entusiasmo e grinta hanno avuto tuttavia un riconoscimento, non solo nella pubblicazione del libro che sta riscuotendo un lusinghiero successo, ma soprattutto nelle prime azioni di recupero che si stanno tentando in città: grazie all’Enichem si stanno restaurando le colonne terminali nella via Appia; le facciate, almeno, dei palazzi più significativi si stanno ripulendo; da più parti si parla di un recupero di Forte a Mare. Brindisi, insomma, sia pure lentamente, comincia a guardarsi indietro e a capire che la storia scritta sulla pietra non può essere abbandonata all’incuria del tempo e degli uomini. Sarebbe presuntuoso attribuire questa nuova coscienza a Nadia Cavalera e a «Quotidiano»; riconoscere, però, che l’uno e l’altra hanno avuto un ruolo – anche piccolo – in questa inversione di tendenza mi sembra doveroso.





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ultimo aggiornamento: sabato 18 settembre 2004 17.56.28
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