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Recensione


Introduzione di Amsirutuf: Enimma

di Adriano Spatola

da Amsirutuf: Enimma


Sono quattro gli elementi che compongono la struttura della pagina di Nadia Cavalera: il segno, il rigo musicale, la scrittura e la scrittura rovesciata. Quest'ultima non intende essere letta da destra a sinistra, come se fosse speculare, né propone una serie invertita di significati; vuole piuttosto offrire un'immagine alternativa del testo. La collocazione dei due blocchi di parole negli angoli contrapposti della «cornice» implica, nell’ambito di un rapporto di unità sostanziale, una dicotomia tra il linguaggio dell’esperienza sensoriale (sia pure rivissuto o trasfigurato in poesia) e il linguaggio di uno schema di apparenza trascendentale. Il segno confonde o annulla il primo, mentre mette in risalto il secondo. La conclusione che il lettore ne ricava non è tanto relativa all’inutilità del discorso poetico, quanto legata a una specie di «principio d’incongruità» senza il quale il discorso poetico, stesso non avrebbe motivo di esistere. .
Lo strumentalismo di tale concetto viene rinforzato da Nadia Cavalera con l’accostamento, del rigo musicale alla data e al numero di ogni pagina, o «tavola», al limite di un'ulteriore spaccatura tra definito, e indefinito, o sull’orlo estremo di un vero capovolgimento del testo in partitura, ma con in più il suggerimento che sia in atto uno spostamento dalla dimensione spaziale verso quella temporale. Eppure in queste tavole la visualità è comunque preminente, quasi costrittiva, tanto più che la lettura sembra nascere anche da una rete di riferimenti geometrici, che non si identificano con il segno ma ne sono il presupposto. .
Abbiamo così una molteplicità di forme nel campo della figura e nel campo della parola, però resta decisivo l’impianto grafico, poiché provoca una pulsazione che è di fatto anche una distorsione logica, che diventa sproporzione semantica -per chiudere il gioco - tra i versi dell’angolo superiore a sinistra e quelli dell’angolo inferiore a destra. Gli uni sembrano eterni e immobili, gli altri fragili e scomposti in una loro estensività materiale che tuttavia presenta sovente (è interessante notarlo) sintagmi che nel rovesciamento non hanno perso un qualche significato. .
L'analisi delle varie tavole nulla toglie alla necessità di vedere questo lavoro di Nadia Cavalera come opera globale, secondo una grande tradizione che va dai codici miniati medievali alla poesia visuale, con un repertorio assai vasto che proprio recentemente ha suggerito a Roland Barthes l’idea di un «libro totale«», nel quale confluiscano tutte le esperienze della integrazione tra le varie arti dell’espressione; e per l’autrice la ripetizione-variazione del pentagramma in fondo a ogni pagina può davvero simboleggiare memorie di canto gregoriano, così come il reticolo illusivo che garantisce la presenza dei versi può far pensare a una «gabbia» tipografica. .
Vi è inoltre, particolarmente per un oggetto-libro, un percorso del mutamento tra il progetto iniziale e la stesura compiutamente sviluppata, ed è quel «qualcosa» che muta (sia pure con profonda e quasi impercettibile gradualità) a incuriosire il critico; un «qualcosa» che non è certamente trasgressione o digressione, che anzi si traveste da principio dinamico del susseguirsi delle tavole. Non è un albero che viene fatto a pezzi, ma sono i vari pezzi che ricostruiscono l’albero. .
Del resto, se torniamo ai due blocchi di parole - che, non dimentichiamolo, sopravvivono a qualsiasi tentativo di disintegrazione -, il mondo di Nadia Cavalera ci appare perfettamente coordinato con il mondo di una scrittura ugualmente «formale» e «soggettiva» sullo sfondo pseudoaristotelico in cui musica, pittura e poesia sono arti imitative. Ma il rigo musicale, se suonato, darà probabilmente risonanze dadaiste, per la brevità e frettolosità della esecuzione; il testo rovesciato fornirà più significati dell'altro; i segni proiettati diventeranno un teatro di ombre; e così via. Ormai usiamo il termine «rappresentazione»come se fosse sinonimo di «poesia»..




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ultimo aggiornamento: lunedì 20 settembre 2004 12.05.25
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