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ESTRATTO


Il Leviatano Contemporaneo: Terrorismo

Ciro Vitiello

Bollettario n°41


1) Antisemitismo, anarchismo, globalismo, imperialismo, fanatismo, capitalismo, tecnicismo, antisemitismo, fascismo, nazismo, fondamentalismo: da tale patrimonio della nostra realtà terrificata emerge una sostanza proteiforme e anamorfotica, impalpabile e invisibile, ma orribilmente coinvolgente e destabilizzante, una sorta di Argo dai mille occhi, un Leviatano (cfr. Giobbe, Hobbes) che ha nome Terrorismo- i cui occhi simboleggiano i peggiori di tutti i mali del Contemporaneo, il profondo insensato dell’Oscurità, la negazione della Ragione, l’ultimo estremo urlo della belluinità. Il Leviatano Terrorismo ha l’energia della ubiquità, è ovunque e in nessun posto, è l’irrazionale che opprime il vicino e il lontano in virtù della metamorfosi del terrore. Per fortuna ancora non ha generato due ismi, occidentalismo e orientalismo, perché qualora ciò dovesse accadere (speriamo che non avvenga mai) sarebbe allora una conflagrazione aperta e frontale, davvero un collasso di civiltà, l’apocalisse. Il Terrorismo infonde nel mondo deformazioni e astrazioni: assolutizza principi e fondamenti, radicalizza fedi e misticismi (oh! ecco qui un’altra mostruosa presenza!…), dogmatizza nazionalismi (ora il mostro si moltiplica…), trasforma l’essenza della vita in presenza della morte, tramuta la morale in moralismo (l’io è invaso da larve che premono a concrescere!), fagocita il razionale in irrazionalismo (la più abnorme e assurda delle cecità della bestia che è nell’uomo). Tale Mostruosità si interiorizza, alla forma del corpo si conforma, si moltiplica, trasfonde nelle creature prescelte i suoi precetti dottrinari, immobili e fissi, ammaestrando che morire è bello e luminoso (fonte di luce): così, nella trasfigurazione, si attua il motto di Filotimo che è in Le ombre delle idee di Bruno: “L’inchiostro di una seppia, aggiunto a una lucerna, fa sì che gli uomini sembrino Etiopi; così una mente guastata dal livore giudica turpi anche le cose chiaramente belle”.

2) Star affisso nella storia è altra cosa? Purché si mantenga lucidità di intelletto, capacità di giudizio per non cadere dall’astratto del concetto alla perversione della verità esclusiva (invero, ogni popolo ha una propria autentica verità da salvaguardare) E il progresso distorto della storia (i pochissimi contro la quasi totalità della massa globale) è minato, non v’è tempo che non esploda. Fino a qual punto, a quale limite?. Ma è possibile prevedere l’illimite? È certezza che i limiti sono muri, muraglie, ostacoli per contenere non per espandere, strumenti di offese non di difese, separazione e non congiunzione. Il mondo del Presente è un punto, uno spazio centripetizzato, un luogo aperto e attraversato, è dimensione/unità di tempo. Oggi tutto il mondo è davanti all’uomo, visibile e sonoro. Dunque non possono esistere barriere morfologiche: ogni individuo sta in questo spazio/tempo, formato nella coscienza, educato alle conoscenze, volto a risolvere la soluzione dei bisogni e a lottare per la sopravvivenza. Questa è lotta sacrale, vincere la fame, debellare il morbo, arginare le carestie, concentrando le migliori energie dell’intelligenza per approdare a una grandiosa scienza, volta al bene dell’umano e non alla gloria del bellico. Ormai sembra che il mondo sia impazzito, almeno visto dall’Occidente, da questa lucida follia di capitalismo velocizzato in un vortice che sta mandando in polvere una intera civiltà tradita. Terrorismo e fanatismo, allora, in questo epocale mutamento sembrano nozioni localizzate in ambiti nazionalistici, laddove, esplosi in una dimensione quasi apocalittica, si sono imposti prepotentemente in quanto fenomeni terribili e incontenibili. Tanto è conseguenza delle deleterie deformazioni delle democrazie, nelle quali i Potenti (gli Andropolitici) hanno trasformato l’assenso del “demos” in un potere dichiaratamente “singolare” (in quanto del singolo) sentendosi “unti”, “predestinati”, sfidando opinioni e opposizioni, ragioni e strategie.

3) Una sola Colossale Deficienza dei Potenti Arroganti (di qua e di là dell’Atlantico) voglio qui segnalare. Gli strateghi dei Potenti sapevano che Saddam aveva un potente esercito di Miliziani, i quali, a guerra finita, erano scomparsi, pur senza colpo ferire, nel nulla. Dove erano? Dove stanno? Sono le ombre che ora emergono dell’oscurità, sono gli invisibili che minacciano e spargono terrore giorno dopo giorno in una strategia della guerriglia. Siamo in un vicolo cieco, senza ritorno? Se si perpetua l’odierna modalità di concepire lo stato economico del mondo, penso che la precipitazione della rovina sia inarrestabile. Allo stadio in cui siamo giunti, necessita con urgenza fondare una filosofia che riconsideri il mondo su presupposti totalmente rinnovati. A reggere la guida dei popoli e la condizione attiva degli stati deve essere il fine dell’equilibrio, della identità, delle autonomie dichiarando per sempre superate le ambizioni degli imperialismi (bestie ruttanti dalle orribili fauci). S’impone inventare una diversa visione sostanziale che consideri il vicino come un universo complesso, capace di soddisfare tutte le esigenze e i bisogni dell’umano. Pensiamo che nuova luce e nuova speranza possa provenire da una circonferenza geografica che contenga una comunità più o meno estesa e massiva, radicata nel territorio intorno a taluni valori sensibili di educazione, di cultura e di fede (orgogliosa delle tradizioni e protesa alla creazione di un proprio conveniente futuro, adeguato alle trasformazioni tecnologiche, ecc.).

4) Insomma s’ipotizza di trasformare la globalizzazione in politeizzazione, nel concepimento di una visione equa e umana- non sociologica ma consociale- aperta al progresso di tutti i popoli, equamente e distintamente. Questa filosofia vede nella “matria” il fondamento di vitalità, di crescita, e la chiave di volta alla risoluzione dei problemi imperanti e alla trasformazione in positivo del globalismo perverso e straziante. L’autodeterminazione dei popoli radicati nella propria cultura è essenziale perché l’equilibrio globale si possa avviare. Bisogna considerare che ogni verità e fondamento non sono immobili, ma variabili nel tempo e nello spazio; e nello spazio e nel tempo le forme politiche e religiose si modificano secondo l’inevitabile slittamento scientifico e culturale.

5) Che il mondo sia diviso a metà, i pochissimi ricchi e la massa ingente dei poveri- terribilmente poveri- è un dato insopportabile; che una esigua minoranza consumi smisuratamente e una massa sconfinata muoia di fame, di sete, di morbi è immorale, e vergognoso per i potenti responsabili. Che con armi micidiali si costringano etnie alla sudditanza e se ne limitino le libertà è un atto di arroganza e di inciviltà. Che un popolo e l’altro si combattano violentemente per dei tempi immemorabili distruggendosi e uccidendosi è un evento che apre abissi di odio incolmabile. Da queste ferite mortali sorge la virulenza del fanatismo che scopre nella strategia del terrore la forma più adeguata per minare i fondamenti delle civiltà intese come nemiche e oppressive. La politeizzazione mira all’identità originaria, propugna la necessità di risalire alle cause, e di intervenire sulle cause per dare una possibile risoluzione all’instabilità sempre più pericolosa. Oggi i discorsi e le ipotesi di risoluzione fissano l’effetto, e pertanto da tale tipo di approccio le conseguenze saranno sempre più spaventose, più estese, più catastrofiche. Bisogna cambiare la rotta; dare pace ai popoli; bisogna vincere la miseria, debellare le terrificanti malattie massive. Le democrazie sono definitivamente deteriorate, malate di protagonismi, di superbia e di potere; slittano verso simulazioni di poteri forti, sempre più forti, manipolando e falsificando l’opinione pubblica con la messa in campo delle maschere mediatiche. Si può dunque superare la conflittualità tra due essenze devastanti, terrorismo e militarismo, soltanto con il concorso di tutte le Nazioni in un orizzonte di mutate strategie politiche ed economiche per scongiurare un’implosione dalle dimensioni incontenibili. Perché quello della chiusa del La coscienza di Zeno, un tempo visionario, sembra, per lo smisurato strapotere degli ordigni odierni, davvero uno scenario realistico: “Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un poco più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie”. Il simbolismo dà a questa visione un profondo senso di gelida verità.





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ultimo aggiornamento: lunedì 1 dicembre 2003 14.49.53
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