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ESTRATTO


Manca una saggia rilettura del passato

Antonio Spagnuolo

Bollettario n°41


Carissimo Edoardo
la platea rumoreggia, sussurra, borbotta, gorgheggia poi improvvisamente zittisce come per incanto affascinata dal vuoto che circonda la nostra cultura. Ruggire, sbraitare, mormorare, gridare, protestare non serve, perché, per chi abbia soltanto sfiorato la fascinazione di un'era, che ha stravolto la storia della nazione per un ventennio, la riviviscenza e l'associazione dei fantasmi non coglie la pericolosità del ripercorrere strade e sangue da molti dimenticato.
Possiamo domandarci perché mai tra gli innumerevoli spettri, che potrebbero rivivere, quello di una realtà già vissuta è per il poeta ragione di sconforto o di sconvolgimento, paventando, come avviene, la perdita delle libertà?
Basta guardarsi intorno, orecchiare ciò che lo Stato ci porge, per comprendere quanta pericolosità sia capace di imbastire il danno ideologico, sostenuto dalla debolezza della incultura e dalle deficienze della crassa non conoscenza dei fatti storici.
Un impatto univoco ed omogeneo, un processo laborioso e complesso, dalle modalità eterogenee e dalle cadenze temporali difformi, a seconda delle classi sociali e delle aree geografiche, assapora la democrazia spontanea, capace degli spessori, delle consuetudini, delle tradizioni ereditate dal passato, in un periodo di grandi cambiamenti in Europa e nel mondo: dall'incremento delle popolazioni, alla rivoluzione industriale, alle coltivazioni agricole, alle espansioni delle città, ai flussi emigratori, alla comparsa di nuovi orientamenti culturali e comportamentali.
Alcuni si pongono fuori dagli schemi, dalle ideologie e dai "partiti" tradizionali, inventando un modo di agire che gioca con la moda, con il costume, con la violenza, con la sorpresa, con la presenza televisiva in dimensione pre-politica, sì da conseguire prese di potere tali che mettono in pericolo la libertà sociale e personale.
Cecità e chiusure sono a nostra disposizione, rendendo opaca, triste, delusa dalla immobilità pusillanime dei responsabili, ogni aspettativa filosofica o giuridica dell'uomo di cultura, proprio perché in nome di una "cultura" prevaricatrice si propone quella di un "mercato" che lo sciovinismo nutre come modello educativo, come bozza programmatica.
Troviamo trasfigurata l'etica in una riduzione verso il basso, tutta infiorata e profumata da accentramenti di potere similfascisti, proposti con ingenua tranquillità da chi quel potere è capace di sostenere.
Coraggio e capacità di analisi dovrebbero uscire fuori dal luogo comune del riequilibrio, del ruolo storico di un apprendista/statista, che giorno dopo giorno prepara la mina della dittatura per disinnescarla col sorriso poche ore dopo, adducendo miopia e false interpretazioni.
Deciso a non concedere sconti il progetto di potere assoluto è in realtà formulato da un eretico, che si offre cristianamente alle posizioni dominanti, archetipo, ancora una volta dopo oltre mezzo secolo, reiterato nella sua natura teatrale e faziosa, e per tanto fatta appunto di aria.
Ma quell'aria potrebbe cambiare le dinamiche istituzionali, con una ripresa economica che non crea posti di lavoro, uno squilibrio esplosivo dei conti pubblici, un senso di insicurezza attuale e futuro, la paura di essere una nazione in declino e non più la culla di una civiltà millenaria.
Cosa resta al poeta?
Innalzare verso gli dei benigni un peana, nel vagare delle nubi nel cielo, tra le invenzioni di deliranti carte da gioco, fra la caricatura delle carte musicali, le orecchie da somari, le manie di grandezza, la strafottenza dei mass media.
Carissimo Edoardo, quale politico avrà la buona ventura di accostarsi al poeta per colloquiare con lui ed amalgamare le sue smanie inconsulte verso una dialettica ampia e piana? Trasformare in sigillo l'intero tessuto esistenziale utilizzando tutte le alternative che la realtà politica presenta, senza cercare di edulcorarle o cancellarle, ma al contrario valorizzando appieno la saggia rilettura di un passato che grava ancora alle nostre spalle e spinge alcuni ad approssimazioni pericolose e incontrollabili?
Nella speranza che qualcuno ci ascolti




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ultimo aggiornamento: venerdì 17 novembre 2003 08.53.59
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