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versione telematica di ''Bollettario'' quadrimestrale di scrittura e critica. Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
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ESTRATTO

Commando

Manon

Bollettario n°40
traduzione a cura di Christian Delorenzo

commando si interessano degli affliggi, l'asse dei convogli, il sepalo subitaneo alle caserme; commando si leccano le macerie, i panici a zero, i calcinati dell'aborto, dello sgorga a chiocciola, si leccano i piuttosto pasticci dell'accoppa, i lamentacci d'essere, i contrai in sudore e sirighe; braccano, braccano i femori ai bebé, i rovini di bava, braccano commando gli opachi in agguato
commando e poi pregano Papà il Padre, il Tutto Pisciante Delle Sostanza, Lo Sgozzi Subito; commando ad oltranza si elmano i seghettati, gli stracci infine tritati, i resti in merce non imballata; abissano, commando, i vinti - vinti, i mosci dell'aorta, abissano le macchie i miliziani e ogni grumo del randello s'infiamma in desolazione e carogna, si notturnano i dolori di un gemito dello sguardo:
"guercio, guerciami, madre mia puledra, mia pollastra mammaria, mia parola messa al grugno, il digrigna, il vacilla del marcisci; mia vacca dove ribolle il polmone molle, il montone pulcioso, lo sposo, dove spinge il padre periscono i precipizi, periscono le suppliche da parte a parte, gli accaniti presto forca di glandi, periscono le semenze ad oltranza, gli infrangi d'infermi o d'infermi
scopa, scopa la tua sbavata su tua madre, la morte, la mamorte, i tuoi monconi, le tue pulsioni di strappa lo spalanca subito mucosa, i tuoi schiaccia leggermente tibie, scopa e scrolla i tuoi sudari d'un trauma, d'una raffica di falangi, i tuoi respiri, i vibri dietro il ripugni; e batti , batti gli allucini, batti il battitore - battitore, la gangrena, il gargoyle, batti il reprimi d'istinto la l, la l, la lingua
la tua lingua, la strangola di creta, l'anguilla a glue, a catarro, a ganga, la glo, la gloglo, la glottide; la tua lingua tutta torta, il tuo tramite, la tua torba, la tua turba, quella dell'abbatti i vagisci, i vibri d'interno e furtivo, la mossa dell'anima amara, la mamma, il mormora del tartaglia, la macellaia, quella che fifa le ardenti, la aperta alle appesti sporcate, alle barbare dell'avandire, il tuo bruto del cervello e silice"
privati di fornica i commando, privati di infilzi e di rovini riposano gli urli al sole, cacciano i bambini nello sguazza, nelle atroci lugubri d'un disotto, intrappolano i bambini, i bebé, i bovini dell'offerta, i tumefatti muggisci nel fondo del rassegni, intrappolano i soffochi in rinforzo e sequele; intrappolano poi s'aprono molto nei
tagli a pezzi, si dociliscono in vano i fucili di fifa
agli elmettati le ginocchia, le gengive coniglie e conigli, i guaisci, agli elmettati la febbrile dei negri, il peggio lo preme, la prova, alla mammaria lo scopare femmina, l'aspide, la piccola gru di stelle e di fastidio, alle mosche, ai mugghi, al rosso che un mattino sorge a grossi fiotti, allo sposo la paura, il flagello del baccello, la parpille infine, la setaccia delle anche, la giovenca ai guardiani
al grugno, al grumo, all'aggruma la carnaccia, l'abbatti un po' budella, un po' cocci delle labbra, l'esali dei corpi, la malmena ai soldati, ai solstizi che si scannano le suture nel soffocare e bracieri, che sordidano l'assalto post - sevizie, post, ma da principio s'interrano e si assillano le fibre, le monotone in sospendi e stanno per iniettarsi i solchi coi soffochi, ma soli e senza forza
piuttosto sbriciolati dei saccheggi e velli, i miliziani si rizzano; s'arteriano leggermente mutili delle braccia; calpestano gli insorgi; braccano le vertebre nelle oscure, i frammenti al contrario e contrario; braccano i bulini, gli strappi in purè, i miliziani; braccano e affrontano le tenebre all'assalto e guaiscono la notte, le scarlatte al chiaro di luna; braccano per noia, per abitudine e per rabbia e omicidano all'alba sotto gli abietti, i miliziani
al limite di sconvolgi e smembri un soldato della guardia si gratta le sinistre, si tortura i malviventi in brividi e risacche, la sua barba rafferma, il suo rombi del labbro, le sue rovine subito nel saturo dell'aria, le sue estasi aspettando il cambio la schiena a fiore di terrore; al limite di sconvolgi e smembri scuote i suoi sloghi, le sue pestilenze in pieno volo dell'allerta e colpisci, colpisci ancora e ancora la iena nel ventre, la vagabonda:
"con il furore delle anatre al mattino, con il martelli dei combatti e combatti, con la sublime delle energie alle sporgenze dell'assalto, con la faccia smussata delle ogive dove tornadano i lombari, i muscoli, i tendini scaltri d'acciaio e di lamina, con il molla e rotule che un ufficiale se le mammelle non mai o mai in pieno ritornello, le nausee appena spente, la sussulta del muso leggermente aperta
abbastanza trafiggi al raddoppio delle imboscate, abbastanza contrai tra le rappresaglie, abbastanza rinunce e preghiere e genuflessioni, abbastanza fulmini, fiammelle, fiamme - fiamme che turbinano e fervore, abbastanza vittime abbastanza, e latte versato nella devasta delle radure e d'innocenti nel mezzo dei soccombi, abbastanza vacilli in supplizi e lamenti, abbastanza
non resta che il tango degli spaventi, il dolce diluvio dei mutilati al di sopra delle macerie; non resta che il fracasso, la crosta, la fumata che incollano all'articoli, i feriti nel sottobosco dopo i deflagri subito, i reni appesi ai crateri, le scapole in poltiglia e magma, la morte a tracolla - uno si raggrinzisce, tende il suo volto alle nuvole e sordina il suo ultimo mugghio d'angoscia e d'angoscia e d'angoscia
mio cucciolo, mio aratro, mio bidet, hai il cuore purificato? hai gli abissi in calici e breviari? qual è il tuo immacolato veleno, la tua potenza? senti il fiato malva delle armi sulla tua nuca, i morsi? mangia la guerra mangia la guerra, ingozzati d'esplodi e di pietre a gran colpi di smorti, ingozzati di infastidisci, tutto perone delle altane, i pallidi gonfiati di massacri e razzie, i fermenti a vivo"
mai si tastano commando
alla sgozza, la bulina di granata agli scoppi crepati, agli impali dopo il lampo, gli esorbitati d'oltre covo, i taglienti del vermina si dimenano a destra e a dio, s'inghiottiscono gli infami d'un tratto e pregano, pregano sotto il vello, sotto il gambo - gambo, pregano o al contrario pregano, i commando
(…)


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ultimo aggiornamento: venerdì 23 maggio 2003 12.33.06
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