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ESTRATTO


Attese e benvenute

Maria Lenti

Bollettario n°41


Un inizio, spero, le parole - attese e benvenute - di Edoardo Sanguineti al Campiello, per pensieri e riflessioni sulla sostanza della Costituzione, non di rado (e con voluttà, con ingordigia direi) accantonata nei provvedimenti, nelle decisioni e nella pratica politica della maggioranza che governa il nostro Paese. Ma anche un invito, caldo, agli intellettuali perché stiano, nella loro libertà e con i loro strumenti e mezzi, dentro un tempo che necessita di presenze e non di assenze, di idee altre, di scavi dentro la realtà, della capacità mentale e culturale di entrare nel cuore delle cose e delle situazioni per disvelarle, aprirle ad una verità meno evidente e più vera, dunque meno oscena.
Dentro il nostro tempo: nel mondo e in Italia. Qui si vanifica la Costituzione nelle leggi sulla scuola, sulla giustizia (che si vorrebbe o si vuole ad usum delphini), sul lavoro, sui rapporti internazionali (e altro, altro), là si compiono, si ratificano, si vivono orrori. O si misconoscono stravolgendo ogni senso di umanità, se è vero - come riferiscono i giornali - che negli USA è forte la preoccupazione dei soldi impegnati dal governo nell'Iraq, mentre passa in secondo piano, staccato di una buona lunghezza, il dolore per la morte dei loro soldati. (Che cos'è accaduto dalla guerra in Vietnam?)
Dentro il tempo. Forse come in ogni periodo. Ma con una urgenza maggiore, oggi, perché tutto corre, tutto viene tirato ai limiti estremi, tutto sembra cambiare rapidamente. L'orrore ieri sulla stampa, (un esempio, il possibile ordine di uccidere un capo di Popolo-Stato da parte del capo di uno Stato: non è un brivido che scuote il corpo e le intelligenze? Non nomino il bersaglio e il tiratore per il timore di far vivere quell'ordine), oggi non c'è più, sorpassato dalla cronaca e da altre notizie, da altri sommovimenti, da altri orrori. E l'orrore sembra sparire per magari ricomparire, ma consunto e consumato dunque inefficace, dopo, quando tutto è già avvenuto.
Gli intellettuali, la loro possibilità di vedere e di dire.
I mezzi. La stampa? La stampa, certamente: almeno quella che può offrire o lasciare spazi non tanto agli opinionisti quanto a chi di un'opinione fa un ragionamento di confronto, di critica, di proposta, in ogni caso di relazione. La TV? La televisione, con i giornalisti che tanto potrebbero unendo parole e immagini, facendo parlare un mezzo indegnamente usato non di rado per trovare complici solleciti su guai privati che nulla aggiungono, nemmeno un sostegno di riflesso, ai guai privati di spettatori fuorviati (come i giovani) da una comunanza esistenziale. Il cinema, i libri, i romanzi, la poesia, l'arte? Sì, nella capacità loro propria di capovolgere la realtà, di rovesciarla, di entrare nelle pieghe, di reinventarla, di sognarla, di prefigurarla, di metterla nel conto, in rosso o in blu, del presente e del futuro. Non mancano, opere e titoli e autori, al cinema, nella poesia, nell'arte, nei romanzi: sempre che non vengano inghiottiti nel mare magnum del "di tutto, di più". Ma sono pochi, a volte sommersi dal chiasso, tirati per i gomiti, scansati perché non accomodanti e gratificanti.
Penso anche agli insegnanti, agli studenti, agli operai e a chi nelle associazioni partecipa di un progetto o vorrebbe un progetto partecipato, a tutti quelli che hanno dato vita nei due anni passati a manifestazioni e ad iniziative proprio per salvare la Costituzione, nata - convinti ancora che sia così - dalla resistenza e dall'antifascismo.
Una boccata d'aria, le parole di Sanguineti, attesa e benvenuta.
Sperare? Ad occhi aperti, mettendoci insieme agli intellettuali nel gioco politico della Costituzione da difendere.

Maria Lenti

Settembre 2003



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ultimo aggiornamento: lunedì 22 settembre 2003 16.33.04
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