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versione telematica di ''Bollettario'' quadrimestrale di scrittura e critica. Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
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ESTRATTO

Vetrina

Henrik Edoyan

Bollettario n°38


Scavare, scavare la terra del passato (la sola terra che hai), conservare in lei i sentimenti in semi che germoglieranno sotto il sole della tua vita come un girasole,
togliere le impronte del passato dalla via familiare e passare al di là della vetrina dei giorni,
varcare la porta di una sala semibuia e parlare con la gente ("Tu sei qui?"), e vivere accanto a parole senz'eco.

Tutto si vende, ma nulla puoi comprare; ché se vuoi comprare, devi tu stesso darti un prezzo.

Ciò che si perde, finisce, termina, getta la sua ombra sulle inquadrature riflesse della vita, dove tutte le cose hanno lo stesso sogno.

I giorni compaiono tutti insieme, non uno alla volta, ma insieme, sulla carta geografica di quest'epoca innanzi alla quale tu, fermo, vai cercando le strade del mondo.

Ogni passo è una porta, che s’apre-chiude sulla soglia di due mondi, ed è ampia quanto la tua vita.

Vivere con i morti che vivono, morire con i vivi che son morti,
parlare con gli altri pensando che vivano, senza muovere un passo, senza rispondere, mescolarsi alla gente, vedere com'è che il giorno finisce senza un Giudizio, senza una preghiera, con qualche sporadico sparo, così, senza senso, colpendo al cuore chi passa per caso, mentre scava la terra del suo passato, l'unica terra che possedeva
sulle sponde del fiume della sua vita dalla schiuma amara.

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ultimo aggiornamento: mercoledì 24 luglio 2002 12.58.48
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