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ESTRATTO


Si drizzino le schiene: scivoliamo nell’autoritarismo

Giulietto Chiesa

Bollettario n°41


La nostra Costituzione non deve essere riformata per niente perché è un’ottima Costituzione. Credo che di migliori nelle società industrialmente avanzate non ce ne siano e quindi ritengo che vada bene così, e comunque per affrontare il problema di una sua modifica occorre una grande discussione, un grande esame collettivo per una riforma intellettuale e morale di questo paese che ne ha grande bisogno. Ma sicuramente, per fare questa riforma culturale e morale, non ha certo bisogno di riformare la Costituzione ,
Che viene quotidianamente da due tre anni calpestata e violata nello spirito e nella legge in molti punti. Basti pensare al sistema elettorale, modificato in modo totalmente antidemocratico. Inoltre si sta demolendo la divisione dei poteri attraverso leggi ordinarie, quando invece dovrebbero essere accuratamente studiate. In poche parole attualmente siamo lontanissimi da una sua applicazione e devo dire che non approvo neppure il modo in cui il Presidente della Repubblica affronta questo problema
Ora, non c’è soltanto qualche giudizio specifico da riportare, c’è innanzi tutto un giudizio generale che riguarda il fatto che siamo ormai di fronte ad una situazione in cui il potere esecutivo si ingerisce pesantemente nelle funzioni degli altri poteri, il legislativo e il giudiziario. Siccome questa divisione dei poteri è una delle norme principali dello Stato di diritto, il fatto che l’esecutivo e il capo del governo in persona si permettano gravissime ingerenze nella vita, per esempio, del potere giudiziario, questa è già una violazione patente della Costituzione. Inoltre il Presidente attuale del Consiglio, a termine di Costituzione, non doveva neanche essere candidato perché non può essere candidato a diventare Capo del Governo una persona che è sottoposta a procedimenti penali e in secondo luogo non doveva essere esposta alla possibilità di essere eletta una persona che ha così importanti concessioni governative in materia di comunicazioni, nel campo delle televisioni.
Ha permesso ciò soltanto l’assoluta grave colpevole mancanza di fermezza delle opposizioni in particolare dei partiti di sinistra, che non sono stati capaci di fronteggiare questa situazione né di comprenderne le conseguenze quindi come tali io li ritengo direttamente responsabili di questo stato di cose.
Quanto agli intellettuali, in questo frangente, dovrebbero drizzare la schiena e capire che, se non saranno capaci di difendersi, perderanno la loro libertà…molto semplice, perché questa china imboccata porta puramente e semplicemente all’instaurazione di uno Stato autoritario.
Assolutamente necessario che si facciano sentire.
Un’ultima precisazione. Non ci sono società che possano essere oggettivamente definite come democratiche se non c’è la possibilità di un confronto delle posizioni, di un pluralismo reale e soprattutto di una informazione reale per i cittadini. Noi siamo in un paese dove l’informazione non è più né decente né pluralista né rispettosa della verità.
È un’informazione monopolistica, praticamente nelle mani di un solo uomo o comunque di un gruppo di uomini che hanno anche il potere politico nelle loro mani.
In queste condizioni non può esserci una consultazione democratica e io dico con tutta la mia energia possibile che le prossime elezioni non potranno essere considerate democratiche perché non ci sono le condizioni per un confronto reale delle posizioni. Milioni di persone non potranno andare a votare sapendo qual è la posta in gioco, e come tali le prossime elezioni non saranno democratiche se non cambia questa struttura informativa.
Il quadro che ci si prospetta è dunque molto grave, molto preoccupante e dovrebbe suscitare angoscia in tutti coloro che hanno a cuore tutte le sorti della democrazia.

a cura di Nadia Cavalera




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ultimo aggiornamento: lunedì 1 dicembre 2003 14.49.53
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