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ESTRATTO

La discrezione di un intellettuale

Filippo Bettini

Bollettario n°39


Non ricordo esattamente quando ci siamo incontrati per la prima volta, ma l'inizio della nostra conoscenza si colloca nello svolgimento dell'attività mia e dei compagni di Quaderni di critica impegnati nella formulazione di una ipotesi di scrittura materialistica, che ha dato il titolo al libro pubblicato con Bastogi e che è poi diventato punto di riferimento per tutti gli sviluppi successivi anche del nostro lavoro. E d'altro canto all'attività che stava nascendo dalla rivista Ombra d'Argo fondata da Luperini e Madrignani, entro cui il gruppo Quaderni di critica fu presente, come componente essenziale della redazione. Io, direttamente, in seguito gli altri compagni, come collaboratori, prima, e poi in particolare come redattori.
Guglielmi divenne un interlocutore importante per il nostro gruppo e, per la sua disponibilità e intelligenza, costituì polo di scambio, confronto, arricchimrnto.
Lo ricordo una prima volta, nei primi anni Ottanta, ad una iniziativa, a Bologna, presente anche Scalia, Ginevra Bompiani e altri. Il dibattito verteva sulla situazione letteraria in atto. Ciò che mi colpì fu lo spirito, l'afflato di partecipazione militante, da critico fino in fondo impegnato nella battaglia anche letteraria, che percorreva i toni contenuti del suo intervento.
In realtà la presenza di Guglielmi è diventata decisamente importante per noi su tre fronti.
L'attività di ricerca e indagine dei Quaderni di critica, di cui ho già detto. Poi il coinvolgimento e contributo che ha portato con passione ai lavori del Premio Feronia di cui è stato giurato e animatore nel senso più vitalmente, dialetticamente fecondo del termine, comprendendo e interpretando in modo del tutto naturale, per spontanea convergenza, il carattere di antipremio, la funzione antagonistica e alternativa che questo premio si è posto proprio nascendo come antipremio da esercitare nei confronti del sistema dell'Istituto letterario italiano, in particolare di quel settore pernicioso e corrotto rappresentato dai premi letterai ufficiali, dai loro infiniti cloni provinciali e secondari.
Infine nel campo dell'attività e dibattito che noi abbiamo sviluppato con un altro personaggio direttamente collegato a noi, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, Remo Ceserani. Mi riferisco alla nascita del Gruppo 93 e del nuovo movimento letterario da noi definito nel 1993 Terza Ondata.
Anche qui l'apporto di Guido Guglielmi al dibattito e confronto è stato notevole, per l'attenzione da lui costantemente portata ai testi e ai fattori di progettualità implicita dei testi, alle tendenze, alle direzioni, che si potevano individuare nell'ambito della nuova ricerca sperimentale, di quella delle nuove, nuovissime generazioni.
Ha aderito e partecipato sempre, con quel suo stile, con quella maniera tutta sua che coincideva col suo modo di concepire la figura e funzione dell'intellettuale: molto discreto, poco clamoroso, molto al di fuori della dimensione pubblica esibita, pur rimanendo tutto proiettato nell'attualità, nel vivo farsi delle cose presenti. E quindi con un'attenzione e un apporto che andavano proprio nel senso di un continuo lavoro di comprensione e analisi del testo e delle direzioni e prospettive in cui il testo e la ricerca potevano marciare...
Ci mancherà.
16 settembre 2002

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ultimo aggiornamento: lunedì 7 ottobre 2002 20.49.51
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