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Per la libertà e il diritto all’informazione

Appello

Bollettario n°41


Quello che segue è l’appello promosso da oltre 40 associazioni e sottoscritto, fra gli altri, da Enzo Biagi, Dario Fo e Franca Rame, Antonio Tabucchi, Giulietto Chiesa, Michele Santoro, Dacia Maraini.


L’informazione è un bene fondamentale dei cittadini.
La corretta informazione, la conoscenza piena dei fatti, è un elemento fondamentale di civiltà e di libertà.
Per questo la Costituzione italiana prevede il diritto di tutti a manifestare liberamente con ogni mezzo di diffusione il proprio pensiero, garantendo la più ampia pluralità di opinioni.
In Italia invece l’omologazione, la rappresentazione a voce unica, l’intolleranza verso le opinioni critiche e le censure sono costanti.
È un tema di rilievo internazionale, che ha portato il Parlamento europeo ad approvare per la seconda volta un ordine del giorno a difesa del pluralismo e contro l’eccessiva concentrazione dell’informazione in Italia; i presidenti delle Authority italiane a ritenere il Ddl non conforme alle normative europee.
Il Presidente della Repubblica, nel messaggio alle Camere e in altre recenti circostanze, ha messo in evidenza l’esigenza di salvaguardare il pluralismo dell’informazione e di tutelare diritti costituzionalmente sanciti, in Italia e in Europa, sulla libertà di espressione e d’informazione. L’attuale situazione, infatti, è caratterizza da un controllo sempre più esteso dei mezzi di comunicazione, che conferma ed enfatizza il problema del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio.
Il ddl Gasparri consolida e sviluppa questo assetto di monopolio.
Ecco perché giudichiamo sbagliata e incostituzionale questa proposta di legge.
Una riforma del sistema di comunicazione deve avere una impostazione profondamente diversa: deve fissare regole e prevedere scelte per favorire lo sviluppo, non può fotocopiare lo “status quo” e trasferirlo su altra base tecnologica.
Si prevede, infatti, un’ulteriore espansione degli attuali operatori televisivi, si aboliscono tutti i limiti antitrust di settore e si aumentano gli affollamenti pubblicitari, penalizzando così l’editoria quotidiana e periodica, si riduce lo sviluppo della produzione culturale, si colpisce il servizio pubblico.
La situazione della Rai è grave. Manca un progetto industriale ed è sempre più evidente la carenza di risorse.
Occorrerebbe un rilancio del servizio pubblico mentre, invece, si prevede uno smembramento e depotenziamento, rendendo evidente il progetto, anch’esso incostituzionale, che tende a far diventare la Rai organismo governativo e al servizio dell’esecutivo.
Anche per questo la nuova tecnologia digitale, che potrebbe rappresentare un potenziale settore di sviluppo del paese, è invece chiaramente frenata dalle scelte del Governo. A ciò si aggiungono ulteriori preoccupazioni per il ddl del Governo in tema di editoria e distribuzione. L’informazione è un diritto.
Occorre garantire libertà e pluralismo di tutte le forme di informazione, pluralità nella diffusione, diritto di critica e spazi di confronto.
L’assenza di queste condizioni rende concreto il pericolo di uno svuotamento della Costituzione che ci renderebbe tutti meno liberi.
Ecco perché siamo contrari alla proposta di legge in discussione e ne chiediamo profonde modifiche.
Per difendere questo fondamentale diritto costituzionale vogliamo sviluppare una grande mobilitazione sul sistema della comunicazione con iniziative e confronti a cui chiediamo la partecipazione e l’impegno di tutti i cittadini.



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ultimo aggiornamento: venerdì 17 novembre 2003 08.53.59
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