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versione telematica di ''Bollettario'' quadrimestrale di scrittura e critica. Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
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LA CRITICA DEI GIOVANI

Il sogno come opera d'arte

di Chiara De Luca

su Luigi Malerba, La composizione del sogno, Torino, Einaudi, 2002, pp. 111


Con uno stile agile e un linguaggio fresco, eppure composito, ma scevro di tecnicismi, in un saggio-resoconto che prescinde da ogni pretesa di rigida classificazione o schematizzazione, Luigi Malerba traccia un avvincente ritratto del sogno, in cui esperienza personale, letture, impressioni e testimonianze altrui si combinano in un tutto armonico di gradevole lettura, che offre interessanti e originali spunti di riflessione. Malerba esula coraggiosamente da alcune delle principali acquisizioni freudiane e, nell’umile consapevolezza che «per definire le forme del sogno non si può che procedere per tentativi», ci presenta un suo avvincente tentativo di definizione, non definitoria, né tecnicistica. Si tratta di un dialogo con il lettore, di una ricerca di possibili spiegazioni del contenuto manifesto del sogno, a prescindere dal suo contenuto latente, che appartiene solo al sognatore, e che solo al sognatore è dato di interpretare con gli strumenti della propria esperienza individuale.
Secondo Malerba «i sogni rispondono a una esigenza metafisica, il sogno riempie gli spazi vuoti, i momenti non vissuti», è una sorta di «finestra aperta sulla parte invisibile e sconosciuta dell’universo», proprio come lo sono le manifestazioni dello spirito artistico. In assenza di un codice universale d’interpretazione simbolica, i sogni sono patrimonio dell’individuo, e la loro interpretazione non può prescindere dalla specificità e dalla unicità di ciascuno di noi.
Da un breve excursus sulle distinzioni possibili tra sogni fantasma e sogni della paura, della nudità, della morte, della banalità, Malerba passa alla individuazione delle analogie e differenze tra gli stilemi rappresentativi del sogno e quelli propri di forme d’espressione artistica «codificata» quali la scrittura e la pittura, tra «tecnica onirica» e tecnica cinematografica, tra la voce dell’artista e quella della coscienza resa libera nel territorio franco del sogno. Per giungere infine ad accennare alle forti suggestioni che ci vengono dalla fruizione dei più moderni media, dalla Tv, fino a internet.
Soltanto nell’approssimarsi alla conclusione del saggio, Malerba esplicita il tema che lo ha informato fin dalle sue prime pagine, dandosi e sviluppandosi come un leitmotiv, e condensandosi nella definizione del «sogno come opera d’arte».
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ultimo aggiornamento: mercoledì 9 ottobre 2002 18.05.43
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